Vita non vita
Sento gli uccelli cantare,
uccelli mai sentiti prima.
E non perché non mi fossi mai soffermato ad ascoltare
il canto degli uccelli, amo ascoltare tutti i suoni della natura.
Lo faccio da sempre.
Sono gli animali che vivono un nuovo momento, una liberazione…
Intere distese di cumuli di spazzatura, ghiacciai liquefatti,
infinite stragi di qualsivoglia essere, enormi estensioni di foreste in fumo,
fino ad oggi; che la “folle macchina” dell’uomo si è incrinata nel suo interiore,
nel profondo, più in profondità delle cellule stesse, arrivando al confine tra il vivo e non vivo…
Il vivo o non vivo?…
Mi fa riflettere questa terminologia.
Penso alle nostre quotidianità asettiche, in città pullulanti di esseri umani
impegnati freneticamente giorno e notte per generare ulteriore superfluo materiale.
Superfluo isolamento per investire capitali di denaro non vivo, denaro virtuale
di fortune virtuali, guadagnate soltanto per rendere ancora più asettico un minuscolo
nucleo di miliardari impegnati…
Ebbene oggi è morte, quasi indiscriminata, inviata su tutti i popoli che
devono inderogabilmente rivalutare il loro stile di vita.
Dobbiamo restare a casa, a far i conti con gli scheletri della nostra vita
nella nostra quotidianità.
La nostra vita non è più immortale,
come illusoriamente credevamo fino a qualche giorno fa…
Un momento…
Io vedo gente che ricomincia a vedere i propri figli crescere, in casa.
Vedo nipoti che hanno paura di perdere i propri nonni, perché si sono
accorti che i nonni non sono solo la paghetta “straordinaria” dei loro capricci.
Un rispetto ed un senso civico che cresce. L’uomo sta smettendo di essere solo
un numero, siamo tutti importanti e siamo un tutt’uno, insieme, ognuno nel proprio
impegno, nella propria abitazione.
La natura ringrazia,
e mentre noi ci affatichiamo a tirar giù l’aria nei nostri polmoni e a respirare,
il pianeta respira di nuovo.
Respira…
Si rasserena.
Vivo o non vivo?
Mi viene in mente Matrix… Chi è il virus? e chi è l’anticorpo?
Amiamo la nostra casa? Stiamo realmente vivendo nella nostra natura “casa” ?
Sì è vero, adesso sembra tutto più reale, più pericoloso, più doloroso.
Ma in fondo tutto quello che ci viene chiesto e di stare a casa e di uscire solo
per lo stretto necessario, viveri e beni di prima necessità.
Siamo un po’ come delle lepri nel bosco che escono dalla loro tana per procacciarsi il cibo,
e poi restano nascoste tutto il giorno per evitare il cacciatore. Cercando di non fare rumore,
di non fare scoprire al cacciatore dove sono i leprotti, grandi o piccoli che siano.
Dobbiamo solo ricordare per un breve lasso di tempo, come si vive in natura,
cacciati da un predatore invisibile…
Io oggi sento gli uccelli cantare come mai prima.
sereni e felici, senza nascondersi, senza vergogna.
E questo non mi fa star male, anzi: mi da un senso di atavica giustizia.
Vita non vita: la tenebra ci sta entrando dentro togliendoci il respiro,
fino a che non decidiamo di abbandonarci alla nostra natura umana:
rispettiamo le regole naturali da predati effimeri,
e non da eterni arroganti predatori universali,
e tutto andrà bene,
scoprendo da tutto questo nuovamente cosa significa
essere esseri viventi.
Giorgio
Giasir
21/03/2020