In questa pagina: aforismi, frasi e riflessioni.
All’imbrunire sulla battigia le idee prendono la loro forma più tangibile.
Dunque se vi siete incamminati sulla battigia ed avete voglia
di lasciare la vostra impronta su questa sabbia,
potete aggiungere il vostro pensiero nei commenti,
e i vostri aforismi o le riflessioni più belle e che ben si sposano
con la brezza di questa battigia,
entreranno a far parte della battigia del naufrago!
(*) Per aggiungere il vostro pensiero, scorrere tutti i commenti fino a toccare il fondale della pagina.
198 COMMENTI
Pronto? Buongiorno signora, ci dica! Buongiorno, mi chiamo Rossana. Eh, niente, stavo ascoltando il vostro programma, e i suggerimenti della psicologa per superare in maniera positiva questo brutto periodo, chiusi in casa…Certo, la dottoressa ci consiglia di leggere dei bei libri, di creare qualcosa, di parlare con i conoscenti usando telefoni e videochiamate… Sì, è un ottimo suggerimento, sa? Però questo presuppone la presenza di una certa intelligenza e capacità, preesistenti al virus. Io, attorno a me, vedo solo gente vuota. Incapace di ragionare in libertà, di avere un’opinione controcorrente. Le persone guardano la tv prediligendo vuoti giochi a premi, isole dei famosi e grandi fratelli. In tante case non ci sono neppure libri e tutto ad un tratto abbiamo addirittura scoperto che i bambini non possedevano nè matite colorate nè fogli di carta o quaderni per passare il tempo. Così, vede, mi rattristano queste “formule salva-vita” dell’ultima ora. Ancora di più se suggerite da psicologi ed esperti. Tempo fa, leggevo un saggio che spiegava la società “dell’essere ” (cioè stabile e in forma) e la “società del divenire” (cioè del mutamento, del fluire). Ecco, io, da quel giorno, ho cambiato vita. Ma personalmente, intimamente. Ho lavorato con forza su me stessa, senza aiuto. E così ho cominciato a capire che questa nostra società, il nostro paese, ha fallito su un punto fondamentale. Chi guida questo nostro popolo non ha fatto nulla per aiutarlo a crescere. Doveva fare appello alle facoltà e possibilità più alte dell’essere umano, doveva bagnare le nostre piantine tenere fin dalla nascita, farle crescere alte e forti, pronte per affrontare il maltempo che prima o dopo sarebbe arrivato. Tutto questo non è accaduto. Da subito la nostra più alta sensibilità viene inibita, siamo adulati, manovrati, comprati. In tal modo la nostra naturale capacità interna di affrontare la vita viene brutalmente compromessa, la nostra intima libertà di pensiero e valutazione della realtà viene annientata e basta un niente per farci sentire psicologicamente fragili, stanchi, perduti. Può essere utile il consiglio dell’esperto a questa umanità? Ne dubito, a questo punto. La ringrazio comunque per avermi fatto parlare, e le auguro buona giornata.
Bellissimo scritto caro Fulvy!
Come risposta inerente all’argomento ti scrivo un pensiero che avevo scritto un po’ di tempo fa:
Voce
“Una voce che grida nel deserto è forte e chiara,
come una goccia d’acqua che gocciola da una fontana nel cuore di una notte stellata d’agosto.
Un’altra voce invece, che urla tra miliardi di persone che parlano incessantemente, è come il fruscio di una singola foglia nel bel mezzo di una bufera.”
Giorgio Giasir
09/01/2019
“E poi non c’è più niente da dire
e poi non hai più niente da capire
se non che quando resti solo
alla fine poi ti senti..”
Diodato_Solo
Rancore, orgoglio, rabbia, delusione. Sono anche loro emozioni, va bene accoglierle, ma non va bene lasciarsi consumare da esse. Si prendono per capire, e distinguere le situazioni, si accoglie la tristezza, le lacrime per buttarle via fuori…. e poi magicamente, un sorriso. Stai bene, e non sai come sia successo. Ma stai bene, e non ti preoccupi più. Va tutto bene, ora puoi respirare normalmente, ora puoi riempirti i polmoni di gioia, di aria nuova. Sei pronto, al presente. Niente più passato che ti guasta, niente paura del futuro che ti blocca. Ci sei tu. Tu, che conti più di ogni negatività. Come un bruco, ti sei chiuso nel tuo bozzolo, per uscire più bello e forte di prima.
⭐️Forse capiterà che ti si chiuderanno gli occhi ancora, o forse sarà una parentesi di una mezz’ora⭐️
Il cuculo è un truffatore. Un arrogante, crudele, opportunista uccello dei boschi. Pigro e insolente, non perde tempo e fatica per costruire un nido. Lui depone le uova in casa d’altri. Li sfratta, per così dire, come una banca quando si appropria delle case di chi non può pagare le rate del mutuo. La femmina ispeziona il territorio fino a quando trova un nido che fa al caso suo. Ed eccolo. Temporaneamente vuoto, perchè i proprietari sono in giro a cercar cibo, quell’intreccio di rametti con 4 uova silenziose fa al caso suo. Così, il cuculo depone il suo unico uovo nel comodo giaciglio, ne butta a terra uno (per ingannare la vera madre, che sa per certo quante uova possiede) e se ne va. Saranno quindi i proprietari del nido, passeracei ignari e lavoratori, a nutrire il lestofante. Alla schiusa dell’uovo, il piccolo cuculo continua la tradizione di famiglia. Da vera canaglia, pensa solo a se stesso e per poter beneficiare da solo di tutto il cibo catturato dai genitori degli altri, non esita a disfarsi delle uova ancora chiuse, le uniche con diritto di cittadinanza in quel minuscolo locale. Un piccolo essere di pochi grammi, trova la forza per sbarazzarsi dei rivali, e garantirsi la pagnotta a scapito dei legittimi proprietari. Passano i giorni e i genitori “adottivi” non si accorgono di nulla, non notano la mancanza delle loro uova, nè che il loro “piccolo” sta crescendo a dismisura. È ormai grande il doppio rispetto a loro, e reclama pigolando la sua dose di cibo. Il gigante non appartiene a quella casa, la sua razza è diversa, ma nessuno se ne avvede. È un mostro, un Moloch che esige il sacrificio. E i piccoli passeracei, cannaiole o migliarini, su e giù a lavorare come pazzi, presi in giro e sfruttati, fino allo stremo, dai ripugnanti esseri. Truffati, derisi, con i figli uccisi da un sistema innaturale, feroce, bieco. È la natura, dice qualcuno. È la lotta per la vita, dice qualcun altro. Ma mentre le cannaiole non s’avvedono mai dell’odioso raggiro, i migliarini spesso scoprono il losco progetto. La femmina del migliarino, tornando al nido, comincia a sospettare qualcosa. Sì, le sue uova sono sempre quattro. Più o meno hanno lo stesso colore….Ma qualcosa non torna. Con il becco, inizia a rivoltarle su e giù, per capirne il peso. Poi, non contenta, picchiettando sui gusci ne ascolta il suono…..: sì, decisamente un uovo, uno soltanto, è differente dagli altri. Che ingiustizia, chi sarà stato? Non sprecherò tempo ed energie preziose per nutrire uno straniero introdottosi con l’inganno a casa mia! Devo pensare ai miei figli! Loro dipendono da me! Così, il migliarino dà un colpo di becco al guscio dell’intruso, si nutre del succoso interno, e lo scaraventa fuori, tornando a covare felice le sue vere creature. La giustizia, prima o poi, trionfa.
Mi sembra di camminare tra centinaia di chirurghi. Ma poi, no, osservo meglio. Non sono professionisti. Anzi, questa è gente che vorrebbe evitare un ospedale il più possibile. E c’è di tutto. Nelle vie cittadine, l’ordinanza ministeriale prevede l’obbligo di indossarla e tutti si sono attrezzati. Mi fa un po’ sorridere questa obbedienza e mi intenerisce la nostra accettazione improvvisa di regole nuove. Immagino dettate dalla paura. Di venir sanzionati, al più, non di ammalarsi. Così osservo gli sforzi messi in campo da ognuno, per poter girare tranquillo. Qualcuno usa la carta da cucina, qualcuno il filtro, giudicato “egoista “. Qualche anziana signora si arrangia col foulard di Kenzo, resuscitato da un cassetto, fuori moda ma perfetto per la bisogna. Chirurgiche, sbilenche, fatte a mano o assurde, le mascherine oggi sono obbligatorie. Vengo incuriosito da una specie di hippy con la barba lunga, che ostenta sul viso un telo di garza indiano, con il mantra OHM stampigliato all’altezza della bocca. Vedo fiori stampati sul cotone, simboli della pace o teschi su fondo nero. Sembra una moda, più che una necessità. Di nuovo esce l’individuo, con le sue caratteristiche, che sfrutta questa novità per esibire la propria personalità. Io-diverso-da-te. E così sul web vedo la blogger Ferragni, che si sforza di sorridere sotto la maschera fashion, o il cantante Vasco Rossi che ci rinfresca la memoria sui movimenti femministi e i loro simboli. Ma che sta succedendo? Mi sembra una richiesta di aiuto, questo continuo, inesorabile volere, a tutti i costi, apparire. Chi c’è dietro la maschera? Hai paura? Di cosa? Di sparire, di non essere riconosciuto, di rimanere solo? La tua costante presenza sui social media ha fatto già i suoi danni. Se non appari, non esisti. E come puoi apparire, nella vita reale, col viso coperto? Capisci forse, appena sotto pelle, lo stato d’animo della donna nel mondo musulmano? Coperta, nascosta, dimenticata, cancellata, lei non esiste. Ma non importa, vero? Però oggi vediamo tanta esibizione, filtri, materiali, sorrisi e Batman o Superman, per scacciare subito via quell’idea. Quella materializzazione del “numero” umano, tutti uguali, coperti, anonimi, massa, popolo informe, gregge belante da indirizzare con la forza verso l’ovile. Non possiamo ribellarci, ovviamente. Non ne abbiamo la possibilità e neppure l’informazione ci sta aiutando a riordinare i pensieri. Così ci consoliamo sul web. I “gruppi”. Molto utili, in questo periodo. Aiutano a sentirsi meno soli, a confrontare le idee, a sfogarsi un po’, a cambiare, forse, qualche opinione. Così, è tutto un fiorire di “oggi mi hanno sanzionato”, e giù duecento commenti. Oppure “posso fare questo o quello” , e decine di consigli o recriminazioni. Meno soli, meno soli, help me if you can, i am feeling down …, cantavano i Beatles. Tutti sono preoccupati di sparire, di essere dimenticati, abbandonati, soli. Appena dopo 2 mesi di quarantene e presìdi obbligatori, oggi finalmente qualcuno si è ricordato dei sordomuti. Il loro linguaggio dei segni comprende pure la comprensione del labiale che, con la mascherina, diventa impossibile. Un taglio con le forbici, quindi, alla mascherina, in corrispondenza con la bocca, e copriamo il “buco” con la plastica trasparente. Una pratica idea. Ma sono già passati due mesi. Nessuno ci aveva pensato. Niente cuoricini, fiori, Batman, Simpson, qui. Pensiero e solidarietà per gli altri. Dove sei? Help me get my feet back on the ground, cantavano i Beatles. Won’t you please, please help me?