In questa pagina: aforismi, frasi e riflessioni.
All’imbrunire sulla battigia le idee prendono la loro forma più tangibile.
Dunque se vi siete incamminati sulla battigia ed avete voglia
di lasciare la vostra impronta su questa sabbia,
potete aggiungere il vostro pensiero nei commenti,
e i vostri aforismi o le riflessioni più belle e che ben si sposano
con la brezza di questa battigia,
entreranno a far parte della battigia del naufrago!
(*) Per aggiungere il vostro pensiero, scorrere tutti i commenti fino a toccare il fondale della pagina.
198 COMMENTI
Oggi spezzo una lancia a favore degli ingegneri, evento più unico che raro! :p :
“Per un ingegnere non conta possedere un oggetto,
per lui la bellezza risiede nel crearlo passo dopo passo, vederlo prendere forma,
dall’inizio, quando era solo un idea, a quando non voleva saperne di fare il suo mestiere, fino
a quando dopo accurati e pazienti passi di levigazione progettuale, può finalmente essere un oggetto desiderato da qualcuno per la sua utilità. ”
Perché se possiedi la faticosa magia della creazione,
hai su di te solcata l’affascinante e vorticosa strada della comprensione della sua natura fisica,
e dunque hai già tutto quello che quella materia poteva donarti.
E quell’oggetto tecnologico possiederà per sempre una parte di te.
Giorgio Giasir
22/07/2020
Bravo Giorgio! Trascrivo il pensiero del filosofo tradizionalista Guido de Giorgio:
“È il soffio di Dio che esprime le forme, mentre il lavoro è lo sforzo di enucleazione della realtà profonda celata, velata, protetta nella materia da cui deve trasparire per rivelarsi all’uomo.
Gli utensili, gli oggetti dell’uso più comune, non sono stati creati per la soddisfazione dei nostri bisogni, ma unicamente per esprimere i rapporti analogici tra la parvenza e la realtà, tra ciò che appare e ciò che è, tra il mondo e Dio. L’arte della creazione, della trasformazione della materia, rappresenta la trans-formazione, cioè un superamento della forma, imprimendo al più umile degli oggetti, degli utensili, degli strumenti, il suggello della sua destinazione simbolica”.
Senza il soffio divino, caro Giorgio, nessun ingegnere potrebbe creare alcunchè, come fanno tutti gli altri rappresentanti del mondo animale. Se l’uomo riesce in questa grande opera, è soltanto per ricordare a se stesso che il Divino esiste.
Viva gli ingegneri, quindi! ?
Che bel commento caro Fulvy! Grazie veramente per questa pillola di cultura 🙂
Finalmente, la prima partita. Dopo il lockdown vedersi il calcio sul divano sembra una novità assoluta. Mi accoccolo tra i cuscini con qualche aspettativa, vincere ed essere ancora tra i migliori. Dopo qualche minuto, però, mi accorgo di non seguire i dribbling e le smorfie dei calciatori, né il fischietto dell’arbitro che finge severità. Il pubblico non c’è, la partita è a porte chiuse e il silenzio irreale fa trapelare i commenti della panchina o le urla degli allenatori. Sembra una normale competizione di periferia, una partitella sotto casa la domenica pomeriggio. Quanto è importante il pubblico? Tutti assieme a fare gruppo, a urlare, a incitare il proprio idolo, a ricordare all’arbitro di essere un cornuto. Sembra importantissimo, anzi, essenziale. E i giocatori lo sanno, non rendono al massimo, si vede. Non sono svogliati, corrono e fanno il loro dovere, ma la mancanza di quella consueta bolgia li fa sentire fuori posto. Senza incentivi non si produce. Un Colosseo senza leoni, che roba è? Il gruppo, è veramente così importante? Quando andavo alla scuola elementare, per una epidemia di scarlattina eravamo rimasti sani in tre. La maestra in aula era svogliata, vedeva che non eravamo più una classe vera, tre alunni non fanno un gruppo a cui insegnare come sempre, così cominciò a cedere e a chiacchierare con quei tre bambini. Ci guardò con occhi differenti, ci chiese di noi, di quello che ci piaceva fare, di quello che avremmo voluto sapere. Ero timido, e quella novità assoluta mi emozionò. Risposi alle sue domande sentendomi grande, finalmente cresciuto e degno dell’attenzione paritaria di un adulto. Mi sentivo per la prima volta di fronte a me stesso, alla mia responsabilità. Non c’erano i compagni a intorbidire le acque, ero solo. Io e la maestra che parlava con me. Anche gli altri due bambini erano diversi dal solito, lo vedevo, sentivo che anche loro erano nudi di fronte a quella nuova situazione, nessuna chiacchiera alle spalle, sussurri e rumori di quaderni o penne, niente astucci che cadevano o seggiole trascinate da un posto all’altro. Concentrazione. Attività motoria sospesa. Spostamento di livello. Dopo quella strana mattinata, tre bambini sono cambiati. Hanno fatto un’esperienza comune che ha arricchito la loro mente, si sono legati tra di loro con complicità, sentendosi diversi dai loro compagni, in quel momento a letto e coccolati dalle loro mamme, ignari di quell’evento importante. È così decisivo, il gruppo? Forse no, non così decisivo, alla fine. O almeno, non dovrebbe esserlo.
《Be’? Che c’è? Hanno segnato! Non dici nulla?》
La guardo e mi metto a ridere. Sono contento, sì! Sono proprio contento.
Bellissimo caro Fulvy! Come sempre riesci a suscitare emozioni nuove, apri porte dietro alle edere incolte, dei nostri tempi privi di tempo, che nascondono strade importanti, da tenere sempre sott’occhio nel proprio riflettere quotidiano. Grazie
“Quanto” ci fidiamo di noi stessi? Quanto ci facciamo condizionare dal mondo che ci circonda? Dagli altri? Le esperienze altrui, non sono le nostre. Se fino ad oggi la vita ci ha sorriso, è perchè abbiamo agito/pensato bene? Non dovremmo essere preoccupati del futuro. Niente paura, se siamo noi gli artefici del nostro destino.
” Ognuno riesce ad apprezzare fino a dove riesce a capire. ”
Giorgio Giasir
27/06/2020
•Tante volte capita che le varie situazioni della vita ci facciano sentire bloccati, fermi , impauriti.
E che questa paura si impadronisce di noi togliendoci il respiro. Questo perché spesso, noi esseri umani, abbiamo il timore di fare quel saltino in avanti che magari ci potrebbe migliorare la vita, abbiamo l’ansia per esempio di sostenere un esame difficile , la fobia di affrontare una terapia forte o di rimanere soli.
Dovremmo andare al di là della paura, dovremmo mettere da parte tutti i pensieri negativi e buttarci verso nuovi orizzonti, verso nuove sfide con noi stessi.
Solo così, potremmo ritrovare la bellezza che sapevamo vivere quando eravamo piccoli, tuffandoci ad occhi chiusi in quello che la vita aveva in serbo per noi• ?