In questa pagina: aforismi, frasi e riflessioni.
All’imbrunire sulla battigia le idee prendono la loro forma più tangibile.
Dunque se vi siete incamminati sulla battigia ed avete voglia
di lasciare la vostra impronta su questa sabbia,
potete aggiungere il vostro pensiero nei commenti,
e i vostri aforismi o le riflessioni più belle e che ben si sposano
con la brezza di questa battigia,
entreranno a far parte della battigia del naufrago!
(*) Per aggiungere il vostro pensiero, scorrere tutti i commenti fino a toccare il fondale della pagina.
198 COMMENTI
Meglio non farlo. Ma lo faccio. Come tutti. Vado sul web e mi faccio male. Terrorismo e stupri, malavita organizzata, i giganti della rete, i ricchi del mondo. Il riscaldamento globale e la catastrofe. I poveri al nostro fianco, l’indifferenza, gli animali abbandonati, i bambini sottratti ai genitori, la politica impotente, connivente, marcia. Il crollo delle borse, il sistema malato, i giovani delinquenti, le bande, la droga. Sono felice di non essere più un ragazzo e di non avere tutta una vita davanti. Questo mondo non mi piace. Lascio la tastiera, mi alzo e mi affaccio alla finestra aperta. Qualcuno sta cucinando e mi arriva un delizioso aroma di peperonata. A mezzogiorno il vento cambia sempre e a quest’ora mi rinfresca il viso, in silenzio. Sento il profumo del mare, dell’alga. Che peccato.
Inutile costruire mondi virtuali quando il
nostro di mondo “reale” viene sommerso
dalla nostra immondizia
e stremato dalla nostra noncuranza…
Matrix non esiste.
Esistono legami, esiste comunicazione viva, vera.
Bisognerebbe toccare con mano la tristezza
e la desolazione reale della natura,
per imboccare la strada della sapienza
ed abbandonare la becera strada dell’ignoranza selettiva.
Giorgio Giasir
21/08/2019
Quando sono stanco divento irritabile ed aggressivo. Non mi va bene nulla e tendo a prendermela con chiunque. Il caldo di questo periodo peggiora la situazione. Decido così di andarmene al mare, un bagno mi farà bene. Appena mi immergo mi sento meglio ma quando esco vedo già il mio lettino circondato da ragazzi e donne che chiacchierano. La pace è già finita e sono appena le 9.30. Dormire un po’ o leggere il mio interessante libro? Neppure a parlarne. Le due ragazze dai fianchi perfetti che ho appiccicate alla mia destra hanno già deciso per me. Non si vedono da un po’ e senza un attimo di tregua riempiono l’aria con i loro discorsi, centinaia di vocali e consonanti sparse qua e là, fiumi di dati per me inutili mi colano addosso come una melassa. Sono spacciato. Alla mia sinistra si sono già sistemati dei ragazzini terribili che, forti della loro scatenata energia, stanno progettando la loro guerra in mare: sarà battaglia per tutta la giornata, tra grida e schizzi, incuranti degli altri bagnanti, passivi come me. Ci guardiamo l’un l’altro come per cercare aiuto. Ma indifferenza o pigrizia non servono , e la situazione non cambia. Forse nessuno vuole rovinarsi la giornata con le proprie mani, sgridando i ragazzi e pretendendo un po’ di educazione. Preferiscono farsela rovinare, come me. Facciamo tutti le vittime, ci lamentiamo mentalmente, senza agire. Così osservo il posto. È pieno di gente, tutta l’umanità sembra riunita qui, oggi. Saranno nervosi anche loro, questi umani? Saranno stressati, preoccupati, stanchi? A vederli, sembrerebbe proprio di no. Nulla sembra toccare l’animo di questa massa viva e in costume da bagno. Chiacchere a fiumi, spesso vuote, servono per caso a curare l’anima di questa gente? Forse sì. Beati loro. Sono fortunati. Una chiacchierata superficiale…e via! Felici! Una bella giornata. Per loro. Come fanno? Io non ci riesco. Sarò complicato, difficile, pazzo, chi lo sa. Sembro solo. Mea culpa. A fine pomeriggio sento che ho fatto il pieno: le nozioni giunte al mio cervello dai miei vicini di ombrellone sono molte e del tutto inutili. Provvederò stanotte a cancellarle dalla mia mente, con una buona dormita. Mi metto in macchina per tornare a casa. Sono le sette di sera, la costiera è ancora stracolma di bagnanti e il traffico è intenso. Fermo in coda, guardo il mare e mi accorgo di un lento ma costante avanzare di bolle o schiuma, un movimento in superficie che non codifico. Non possono essere grandi pesci, tutti assieme…no…ma che è? Per la miseria, sono centinaia di persone che stanno nuotando ….ma che fanno? C’è un leader davanti, che li guida e si volta ogni tanto per controllare il gruppo. Ora capisco…sono le manifestazioni del Comune per far divertire i cittadini. Un po’ di nuoto, un po’ di yoga in pineta, le campane tibetane…Guardo. Guardo ancora i nuotatori, tantissimi, che si fanno tutto il lungomare a crawl, alle sette di sera. Felici. E io qui, in macchina, in coda. A guardarli, a sorridere di questa idea, ad apprezzare il movimento della superficie del mare al passaggio di quelle centinaia di braccia, il mosso luccichìo del sole riflesso, una scena mai vista finora. Saranno contenti questi sportivi o dilettanti, alla fine. Una semplice nuotata in gruppo, di sera, sul litorale pieno di bagnanti e turisti che guardano rapiti quello strano movimento d’acqua, quella sincronia e compattezza, quella voglia umana di sentirsi vivi e in forma, e farla vedere a tutti. Anche a quelli come me, chiusi nell’abitacolo di una macchina, in coda, col caldo, che invidia il loro stare in ammollo proprio ora, qui, a due passi. Avranno ragione loro? Avranno ragione il Comune, le associazioni, i clubs…? Ma sì, forse sì: viva la leggerezza, la superficialità, la chiacchera vuota, il sentirsi “parte di” qualcosa…qualcuno…
Sono io quello sbagliato. Io, quello a cui non bastano le manifestazioni, le chiacchere, lo yoga. Io, che oltre il tremolante movimento dell’acqua in superficie, provocato da centinaia di bracciate, rimango a bocca aperta perchè sono il solo a scorgere al largo, forte della disattenzione di tutti, uno splendido delfino lucido che esce sbuffando in controluce. Grazie, elegante tursiope, per avermi ricordato che non sono solo. Ci sei anche tu, a farmi compagnia e darmi ragione.
Un’attesa. In una sala d’attesa. Il medico è occupato. La sala è colma di gente. Mi chiedo perchè. Perchè la gente va così spesso dal medico? È una reale necessità o forse hanno tempo da perdere? Forse, sono soli. Specialmente se anziani. L’anziano ha fame di affetto e anche di qualcuno che ascolti i suoi problemi. In che cosa abbiamo sbagliato?
Ho visto gli anziani in Estremo Oriente. Vedere un vecchio o una vecchia sorridere è cosa normale. Sembra che vivano bene. Più di noi. Certo laggiù il clima è mite, mai freddo, mai ghiaccio o neve, mai vento gelido. Ma la vita è qualcosa di più che una temperatura tiepida. Qui, noi semplicemente rifiutiamo la morte. Non lasciamo entrare quell’idea incredibile. La rifiutiamo, con tutto il nostro impegno. Consideriamo il nostro corpo come un’icona, sempre forte, sempre bello, sempre sano.
Laggiù, la gente vive una vita diversa. Loro hanno la legge della metafisica come regola di vita e niente può intaccare la loro esistenza reale. Loro non hanno paura, nè da giovani nè da anziani. Il corpo è un sostegno per un periodo di tempo dove Brahma (il cosmo, il tutto-universomondo-la vita precedente) usa le nostre energie. Come un cibo. Il cibo. Questo è il motivo per il quale gli orientali offrono del cibo agli Dei. Noi siamo il Loro cibo. Dopo aver compiuto il nostro dovere, possiamo tornare all’inizio, e vivere di nuovo fuori. Per sempre.
La parte più piena,
forte e bella della vita stessa
è l’incoscienza,
l’inconsapevolezza.
Lì dove tutto agisce,
dove tutto acquista senso,
dove i sentimenti fioriscono,
dove le anime crescono.
Giorgio Giasir
16/07/2019