La guerra del coccodrillo mascherato
« Ebbene mio caro, la guerra ha indossato un abito nuovo da un po’ di anni…
Inutile fare esplodere palazzi, sparare missili e uccidere popolazioni. Il regno del terrore ha le gambe corte, si sa che dopo la paura, dopo il timore, dopo l’intimidazione nasce la reazione e la difesa. Se dentro casa tua entrasse un enorme coccodrillo e mangiasse i tuoi genitori e tu miracolosamente restassi l’unico superstite, tremeresti, piangeresti, perderesti il sonno, soffriresti e poi dopo esserti immerso nella disperazione più profonda, troveresti una strategia per ammazzare il mostro.
Qualsiasi guerra è destinata a fallire! tranne una…
Se il mostro si travestisse da tuo amico, se perdesse le sembianze da coccodrillo e si vestisse da disinteressato tenero amico, se il tuo “nuovo amico” riuscisse ad instaurare in te delle dipendenze, affettive o materiali che siano, se il tuo finto amico riuscisse con il tempo a creare in te delle grosse insicurezze, sgretolando pian piano le tue vere amicizie, lasciandoti spoglio e solo, con lui come unico amico fidato e consigliere, insomma se lui fosse il tuo “influenzatore”, colui che c’è sempre lì dove tutti gli altri hanno mancato o dove non sanno, colui che ti aiuta a risolvere i problemi che in precedenza si è impegnato pazientemente, minuziosamente e diligentemente a crearti, attenzione, non per istruirti, ma per dominarti! Beh…a quel punto tu non potresti fare altro che accettarlo, ed accettarlo anche quando diventerà più brutto, quando inizierà a fare uscire qualche squama, quando inizieranno a vedersi i denti lunghi e gialli, quando inizierai a sentire quell’alito cadaverico che prima ti avrebbe fatto correre via come una gazzella e che adesso invece nella tua assuefazione, nel tuo torpore, nell’oblio, ti sembra quasi un odore familiare, e come se anche tu avessi quell’odore…
A quel punto il mostro non se ne andrà, a quel punto le porte di casa tua saranno sempre aperte, a quel punto non ha più senso alcuna guerra, non ci sarà più alcuna guerra! A quel punto c’è finalmente la pace, una pace tombale: ci sei tu, il tuo mostro e quello che ti dice di fare, in quel tetro scenario post apocalittico in cui l’unico odore e sapore che rimane è quello dell’ acquitrino pieno di corpi putrefatti nella loro anestesia più totale, senza volti, senza più alcun ombra di quella ricchezza che permeava l’uomo: senza anima, senza sentimenti, senza legami, in una parola: senza umanità. La guerra non si vedrà più, avrà già vinto, e saremmo noi a pagarne il conto dandogli tutto. »
Giorgio Giasir
16/12/2021