Uomo
Uomo
che nel cammin di vita trovi nella tua figura il tutto,
essere prodigioso, di rubar il creato sei l’artista.
Nel volto vuoto sei immerso,
in tutto quello che tu creasti per sentirti libero,
nelle tue fatiche ti disperi per inseguire traguardi che
i tuoi occhi a specchio ti riflettono.
Tu che fosti una gemma di luce nelle tenebre,
l’essere che sapeva crear bellezza,
amando il sorriso di Dio nell’infinita abbondanza del firmamento,
l’artista, il sognatore , il poeta, il contemplatore…
E poi artigiano,creatore,scienziato.
… Ora lì: Uno specchio è il tuo compagno, uno specchio vuoto,
pieno di tutto quello che inventasti per un altro scopo.
Ti dimenticasti il nesso, la trama , il fine, il mezzo…
ricoperto dai tuoi ghirigori, la tua inadeguatezza ti imbarazza…
Silenzioso chini il capo e i tuoi occhi oramai ciechi non sanno che annuire
al futile imperatore del superfluo…
Tu, essere impoverito, non t’accorgi più neanche della tua prole:
La dinastia dell’uomo affidata alla macchinazione di una strada senza suolo.
La natura e i suoi umori, non ti toccano.
Gli animali non ti parlano e le parole dei tuoi stessi simili
sono solo rumori che ti servono per alimentare il tuo specchio…
Oh uomo…
Chi ti fece ciò?
Quando smettesti di essere lo scalatore delle vette dell’universo,
per accontentarti del silenzio dell’io privo di ciò che lo circonda?
Giorgio Giasir
29/07/2013