Afidi e cocciniglie
Stamattina durante un momento di pausa alla finestra, guardavo la mia rosa.
Era una bella rosa rossa, aveva fatto dei robusti steli lunghi e pieni di foglie e una decina di boccioli, Questo quattro mesi fa… Sì perché ora è secca, morta, necrotizzata fino alle radici, kaputt!
Come mai vi chiederete voi? All’ inizio della primavera gli hanno fatto visita dei piccoli animaletti: afidi e cocciniglie… Inizialmente la pianta ci ha convissuto bene, finché non iniziò a sbocciare tutto andò alla perfezione. Poi nel momento della fioritura, il dramma: le rose rimanevano in un eterna apertura come congelate e successivamente il fiore dopo qualche giorno cadeva, senza regalare il suo momento magico ed emozionante a chi se ne era preso cura.
Fu così che preparai un rimedio naturale per aiutarla, sapone di Marsiglia e bicarbonato di Sodio… Gli afidi diminuirono, le cocciniglie si ridussero, ma la pianta soffriva, perdeva le sue belle foglie verdi sempre più… Lentamente la pianta, sia dagli insetti che dalle cure forse troppo invadenti e aggressive, moriva. Lentamente perdeva i suoi fiori, le sue foglie, la sua lucentezza, i suoi lunghi steli rigogliosi, fino a diventare sempre più piccola e arida. Decisi di non curarla più con il prodotto, oramai la pianta se ne stava andando… Ricordo il giorno che perse le sue ultime foglie. Gli afidi e le cocciniglie pullulavano e succhiavano la linfa vitale con ingordigia.
Mentre la pianta moriva… Quel piccolo ecosistema sciocco, non si accorgeva di stare distruggendo il suo sostegno più importante…
Guardando i resti appassiti di un rigoglioso passato, dove fiori e fogliame ieri, oggi aridità, secchezza, senza ombra di vita, non posso che non pensare: chissà se tra tutti quegli animaletti esistevano un piccolo gruppo di afidi parsimoniosi, che cercavano di convincere gli altri di non esagerare nello sfruttamento della pianta, perché lei era tutto per loro, era la loro Madre Natura… Chissà se loro sono morti per primi o per ultimi… Sta di fatto che nel momento di massimo culmine di questo microcosmo, la pianta era già morta e quindi gli animaletti parsimoniosi avevano già perso la loro battaglia e non potevano fare altro che attendere la morte in modo consapevole a differenza degli altri. Cosa sarebbe potuto succedere se avessero vinto? Forse la pianta sarebbe ancora viva? Forse sarebbero ancora tutti vivi? Invece adesso c’è solo una pianta morta, senza vita di alcun genere.
Il parallelismo con il nostro pianeta è spiazzante, e realizzare che la nostra intelligenza comunitaria assomiglia a quella di un piccolo insetto con un cervello micrometrico, seppur noi abbiamo uno dei sistemi cerebrali più complessi nel regno animale ed abbiamo sviluppato un enorme rete globalizzata di interconnessioni sofisticata con tanto di reti neurali ed intelligenze artificiali sopra ogni immaginazione, lascia senza parole…
Rimango lì attonito, guardando la mia pianta morta pensando alla nostra civiltà umana che rincorre questo modello stupido, che porta solo ad aridità, secchezza, e poi come ultimo stadio ad un irrimediabile morte.
Giorgio Giasir
08/09/2021