Terrapiattisti sulla cresta dell’onda
Leggo poesie del passato, versi pieni di significato. Parole partorite con dolore, la scelta sarà costata ore.
Parole forti, pensieri arguti, complessi. Poesie immortali, poesie da leggere, rileggere, rimembrare, su cui riflettere, poesie mai del tutto comprese, il senso è tale che ti lasciano lì a pensare, come i testi di quelle canzoni che ti parlano solo quando avevi già da tempo smesso di ascoltare.
Penso alle parole, parole di prole senza seme e senza fiore, parole usate per riempire, pompose e gonfie, mongolfiere strabordanti per gonfiare il cielo, senza poter più nemmeno respirare, senza poter più vedere il sole.
Solo, a provar il silenzio delle frasi contenitore, frasi sorde, che non ascoltano e nulla amplificano, nulla trasportano, tranne il suono assordante, petulante e misero del venditore. Solo, a sognar scrittori, poeti, creatori. e non pareti a separare cuscini per soffocare la linfa, dagli spini…
Navigo su un mare di olio sottile e inconsistente, leggero e insignificante, navigo sulla comunicazione facile, quella sufficiente, quella rapida, quella che dell'essenziale ha perso persino il ricordo, trattenendo solo l'inutilità di un efficienza sterile, senza semi, senza fiori, senza prole. Navigo sulla cresta di un'onda globalizzata, che ha sempre una risposta pronta, che sa sempre quello che cerco, ancor prima di me. Perché lo ha già deciso lei.
Navigo su un onda rapida, che mi porta lontano, Così lontano che non so neppure dove mi trovo, talmente lontano che cadono le stesse leggi Fisiche. Mi trovo su un mondo piatto, di una terra piatta, su cui c'è un onda che viaggia veloce, implacabile, verso l'argine, quell'argine sempre più minacciosamente vicino, ma ormai non me ne accorgo nemmeno più, perché quest'onda infernale non si può più fermare. E sento sempre più la terra sotto i piedi, Tremare.
Giorgio Giasiranis 15/06/2022
Disegno realizzato da Flavio Bianchi